martedì 25 agosto 2015

10 maggio: da Golinhac a Conques (21 km)


Bella passeggiata tra i fiori, papaveri e fiordalisi. Vecchio sentiero dei pellegrini, godo nell’ammirare tutto, ma sono un po’ stanca. Il cielo è sereno e canto a squarciagola. Il paesaggio sembra quello della Toscana.
A Conques ho preso alloggio all’Abbaye Sainte-Foy, dove ritrovo la pianista e la pittrice.
Per la cena sono scesa al ristorante vicino al ponte romano, gestito da due sorelle e dal marito di una delle due, persone che conosco molto bene perché in passato qui mi sono fermata più volte con Giancarlo, sia per mangiare che per dormire.
Dopo cena Patricia ci regala un concerto di pianoforte dentro la cattedrale. Tutte sonate di Chopin; bello, ma mi sono accorta che sui banchi dormivano in tanti.
Davanti alla cattedrale un sacerdote spiega a modo suo il significato dei bassorilievi. Il popolino con lo zaino in spalla è più attratto dal vicino bar, da dove arriva un forte aroma di caffè.
Io ritorno al ponte romano canticchiando la Marsigliese e qualcuno mi guarda con occhio strano. Non so se sono allegra per essere qui o se desidero solo allontanarmi dalla gente.
Ormai la sera non guardo nemmeno più la cartina del percorso, preferendo restare sola coi miei pensieri.
Ho ritrovato un po’ tutti gli amici di cammino. Tutto va bene, tutto è bello, ma Conques la preferisco d’inverno, quando non vedi un'anima viva in giro e tutto è silenzioso per via del gelo che serra la valle e frena le acque del torrente. Un altro mondo.
Mai dormito per via dei ronfatori.

Note tecniche (orientative):
Lunghezza: 21 km; ore 5,15; dislivelli: 300 m


© Testo e foto di Daniella Forestan






































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