Eccomi
qui a Saugues. Traversata stupenda ma molto faticosa per il peso dello zaino,
gambe dure, gran vento e sole. Natura selvaggia, alberi di ogni tipo, cavalli,
mucche, paesini come presepi.
Ho
conosciuto Giannina, una signora italiana di 73 anni nativa di Roana
sull’altipiano di Asiago, emigrata in Francia negli anni ’50 col marito
boscaiolo, lavoro molto richiesto all’epoca. Mi dice che sta molto bene e si
sente libera. Ora è vedova e ha intenzione di percorrere per qualche giorno il
GR 65 col suo bravo sacco in spalla. La vedovanza talvolta fa miracoli.
A
Saugues c’è una grande statua di legno della Bête de Gévaudan e altre sculture che ricordano le storie/leggende
della valle. Si narra che un lupo di grosse dimensioni abbia sgozzato e mangiato
un centinaio di persone - uomini, donne, bambini-pastorelli - e animali. I
fatti sarebbero accaduti dalla metà ’700 in poi, mentre il vero aspetto della
bestia non è stato mai descritto chiaramente.
Ho
telefonato per prenotare una stanza a Saint-Alban-sur-Limagnole. Dovrò fare 30
chilometri. Ho fatto bene? Boh! Al limite mi fermerò prima.
Cena
al ristorante con Giannina e Bernard, che già ha un gran male al ginocchio.
Dormito
alla gîte La Margeride con Giannina,
con lei parlo in dialetto veneto, e con una tedesca che sta sulle sue e mangia
sul letto riempendolo di briciole.
Note tecniche (orientative):
Lunghezza: 19 km; ore 4,30; dislivelli: 650 m
Note tecniche (orientative):
Lunghezza: 19 km; ore 4,30; dislivelli: 650 m
© Testo e foto di Daniella Forestan
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